Paolo Brunelli
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Sentenza Cassazione 33954/2025: cosa devono sapere committenti, CSE e imprese
![CDATA[ Cassazione Penale, Sez. 4, 16 ottobre 2025, n. 33954 - Titolare dell'impresa subappaltatrice investito da un violento getto d'acqua durante i lavori nell'acquedotto. Mancato coordinamento tra committente, subappaltatore e CSE   Il fatto Il titolare di una ditta subappaltatrice è deceduto dopo essere stato investito da un violento getto d’acqua in pressione mentre sostituiva una saracinesca di scarico all’interno di un pozzetto. L’acqua residua (circa 125.100 litri) non era stata completamente scaricata, ed è fuoriuscita a una velocità stimata di 110 km/h, causando il cedimento dell’apparecchiatura, l’investimento e la morte del lavoratore, in data 26.02.2014.   Organizzazione dei lavori Il gestore dell’acquedotto era la Siciliacque Spa., la quale aveva appaltato le opere di ristrutturazione delle strutture murarie del pozzetto alla SO.LO. Costruzioni Srl. I lavori di intonacatura erano divenuti impossibili di proseguire a causa delle perdite di acqua che uscivano dallo scarico in pressione. La Siciliacque aveva quindi programmato e disposto la sostituzione dello scarico non funzionante e corroso, con dismissione delle apparecchiature esistenti e montaggio di quelle nuove, che erano state fornite dalla stessa Siciliacque all'impresa SO.LO., la quale, con contratto del 17.12.2013, aveva autorizzato e subappaltato i lavori di manutenzione idraulica alla ditta individuale del lavoratore deceduto. Responsabilità penali La Corte ha confermato la responsabilità penale per omicidio colposo aggravato per: * il responsabile dei lavori per Siciliacque; * il coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione; * il legale rappresentante della SO.LO. Costruzioni Srl (committente in subappalto). Inoltre, l’amministratore delegato di Siciliacque, è stato ritenuto responsabile solo ai fini civili.   Il ricorso I ricorsi degli imputati si sono basati su diverse argomentazioni, tutte volte a contestare la sentenza della Corte d’Appello di Messina che aveva confermato la responsabilità penale per omicidio colposo aggravato. Ecco i principali punti su cui si sono fondati i ricorsi: * contestazione della responsabilità penale: gli imputati hanno sostenuto che non vi fosse un nesso causale diretto tra le loro condotte e l’evento mortale; * critica alla ricostruzione dei fatti; * ruolo del coordinatore per la sicurezza (CSE): esso sosteneva di non essere stato * responsabilità del committente e del subappaltatore: hanno sostenuto che la responsabilità dell’esecuzione operativa era in capo alla ditta subappaltatrice e che le misure di sicurezza erano state predisposte; * richiesta di esclusione della responsabilità civile: l’amministratore delegato di Siciliacque sosteneva di non aver avuto un ruolo operativo diretto.   Il giudizio della Cassazione La Corte di cassazione ha rigettato tutti i ricorsi, le motivazioni della sentenza si fondano su una serie di gravi omissioni e carenze nella gestione della sicurezza sul lavoro, fra le quali: * grave carenza di prevenzione in fase di progettazione; * difetto di coordinamento in fase esecutiva: non è stato predisposto un piano di coordinamento tra committente, subappaltatore e CSE, nonostante l’elevato rischio dell’attività; * mancata valutazione dei rischi specifici, connessi alla sostituzione di apparecchiature idrauliche in condotta in pressione; * assenza di regolamentazione delle modalità operative; * responsabilità penale per il responsabile dei lavori per Siciliacque Spa, il coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione, il legale rappresentante della SO.LO. Costruzioni Srl e civile per l’amministratore delegato di Siciliacque Spa e le società coinvolte.   Impatti e indicazioni operative per RSPP * Valutazione preventiva dei rischi specifici: effettuare una valutazione dettagliata dei rischi legati all’intervento, e per ogni attività, anche quelle apparentemente ordinarie, e considerare rischi interferenziali, ambientali, organizzativi e legati alla presenza di terzi. * Ruoli e responsabilità: definire chiaramente le posizioni di garanzia: committente, datore di lavoro, RSPP, CSE, dirigenti e preposti, ogni soggetto deve conoscere e assumere consapevolmente il proprio ruolo, con responsabilità proporzionate alle competenze e al potere decisionale. * Pianificazione e coordinamento: garantire una pianificazione preventiva delle attività, con riunioni di coordinamento e sopralluoghi, e coordinare le attività tra imprese diverse per evitare sovrapposizioni e rischi interferenziali. * Formazione e informazione: fornire formazione specifica e aggiornata sui rischi e sulle procedure di sicurezza e informare i lavoratori e i soggetti coinvolti su modifiche operative, nuove attrezzature, sostanze pericolose, ecc. * Controlli e vigilanza: attuare controlli periodici sull’effettiva applicazione delle misure di sicurezza, inoltre, il CSE e i preposti devono vigilare attivamente e intervenire in caso di comportamenti non conformi. * Gestione delle emergenzeredisporre piani di emergenza chiari e accessibili e simulare scenari critici per testare la reattività e l’efficacia delle misure adottate. * Documentazione e tracciabilità: mantenere una documentazione completa: PSC, POS, DVR, verbali di riunioni, comunicazioni, autorizzazioni, la tracciabilità è fondamentale per dimostrare la diligenza e la prevenzione in caso di contenzioso. * Approccio proattivo alla sicurezza: non limitarsi al rispetto formale delle norme, ma adottare un atteggiamento propositivo, anticipando i rischi e migliorando continuamente le misure di prevenzione e promuovere una cultura della sicurezza condivisa, dove ogni lavoratore si senta parte attiva del sistema.   Di seguito in allegato il testo completo della sentenza (fonte Olympus).]]
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Digitalizzazione: un’opportunità anche per le PMI
![CDATA[ La digitalizzazione rappresenta una leva strategica per la competitività delle PMI europee, favorendo efficienza, resilienza e innovazione. Nonostante le barriere legate a risorse e competenze, l’adozione di tecnologie digitali consente alle imprese di migliorare processi e affrontare le sfide legate alla sostenibilità e alla sicurezza. Investimenti mirati e formazione continua sono essenziali per cogliere appieno i benefici. Cosa tratta: Il recente report di Eurofound “SME digitalisation in the EU: Trends, policies and impacts” evidenzia quanto le piccole e medie imprese stiamo sempre più ricorrendo a strumenti digitali. La digitalizzazione non è più un’opzione, ma una condizione necessaria per la sopravvivenza e la crescita delle PMI nell’attuale contesto economico europeo. Le PMI costituiscono il 99% delle imprese dell’UE e impiegano circa il 60% della forza lavoro: il loro livello di digitalizzazione incide direttamente sulla competitività dell’intero sistema economico. Inoltre, le PMI devono affrontare requisiti normativi sempre più stringenti in ambito HSE. I vantaggi della digitalizzazione * Efficienza operativa: l’adozione di strumenti digitali – come ERP, CRM e piattaforme di e-business – consente di automatizzare processi e ridurre errori. Le PMI che integrano sistemi digitali registrano maggiore produttività e capacità di risposta alle esigenze in un contesto variabile. * Garanzia di conformità: adottare questi strumenti permette non sono di facilitare e velocizzare i processi, ma anche di garantirne la conformità alle normative e agli standard. * Innovazione e competitività: tecnologie emergenti come intelligenza artificiale, big data e analisi predittiva aprono opportunità per sviluppare nuovi modelli di business e migliorare il livello di sicurezza e le prestazioni ambientali ed energetiche. Le PMI che investono in queste soluzioni sono più pronte ad affrontare la transizione verde e digitale, sempre più richieste da normative e dal mercato. * Resilienza e continuità operativa: come sottolinea il report di Eurofound, la pandemia ha dimostrato che le imprese digitalmente mature reagiscono meglio alle crisi. È sempre più importante dotarsi di strumenti che aiutino ad affrontare le situazioni di emergenza e che garantiscano continuità e flessibilità. Le sfide da affrontare Nonostante i vantaggi, persistono ostacoli significativi: * carenza di competenze digitali; * difficoltà di accesso ai finanziamenti e complessità burocratiche. Il report Eurofound evidenzia che il 73% delle PMI ha raggiunto solo il livello base di digitalizzazione, con forti divari geografici tra Nord Europa e Paesi del Sud e dell’Est. Per colmare il gap, servono politiche mirate, semplificazione amministrativa e investimenti in formazione. Conclusioni Anche per le PMI, la digitalizzazione è un’opportunità, se non una necessità, per rimanere competitivi e adeguarsi all’evoluzione del contesto e degli adempimenti, anche negli ambiti HSE. Indicazioni operative Per datori di lavoro e RSPP delle PMI è ancora più importante conoscere il potenziale di questi strumenti e avere un piano definito di transizione digitale, per favore l’integrazione nelle proprie organizzazioni senza un aggravio nelle risorse impiegate: * Valutare la maturità digitale: utilizzare strumenti di autodiagnosi per identificare le aree di miglioramento. * Integrare la digitalizzazione nella politica aziendaleianificare obiettivi chiari e misurabili, collegati alla crescita e alla sicurezza. * Promuovere la cultura della sicurezza sul lavoro digitale: aggiornare il DVR includendo rischi legati a smart working, ergonomia e stress da tecnologie. * Formare il personale: investire in corsi modulari su competenze digitali di base e avanzate (AI, cybersecurity, data analytics), oltre a formazione i lavoratori sui rischi derivanti. * Monitorare l’impatto sul lavoro: valutare come le tecnologie influenzano autonomia, carichi di lavoro e benessere, evitando derive di controllo eccessivo. * Integrare sostenibilità e digitale: orientare gli investimenti verso soluzioni che migliorano efficienza energetica e riducono l’impatto ambientale. * Sfruttare gli incentivi nazionali: come i bandi del PNRR, il piano Transizione 5.0 altri incentivi che verranno stanziati come previsto dal  Decreto-Legge 159/2025 appena pubblicato.   In allegato il report Eurofound integrale in lingua inglese.]]
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I protagonisti dell'asta immobiliare: ruoli e responsabilità
Una procedura di esecuzione immobiliare è un meccanismo complesso che coinvolge una pluralità di attori, ciascuno con ruoli e responsabilità definite dal Codice di Procedura Civile. Comprendere "chi fa cosa" è essenziale per orientarsi in questo mondo, sia per tutelare i propri diritti come debitore, sia per effettuare un investimento consapevole come acquirente. Il Giudice dell’Esecuzione (G.E.) Figura apicale e garante della legalità dell’intera procedura, il Giudice dell’Esecuzione (G.E.) è il supervisore di tutte le fasi dell’espropriazione, come previsto dall’art. 484 c.p.c. Sebbene le riforme recenti abbiano reso obbligatoria la delega delle operazioni di vendita, il G.E. mantiene il potere direttivo e decisionale su ogni aspetto cruciale del processo. Le sue funzioni principali includono: Nominare gli ausiliari necessari, ossia scegliere le figure professionali indispensabili per il corretto svolgimento della procedura, come il custode giudiziario (art. 559 c.p.c.), l’esperto stimatore (art. 569 c.p.c.) e il professionista delegato alla vendita (art. 591-bis c.p.c.). Emettere l’ordinanza di vendita, che costituisce la base giuridica per procedere all’asta: stabilisce le regole dell'asta (prezzo base, modalità, termini) con un provvedimento che dà il via alla fase di liquidazione (art. 569 c.p.c.). Risolvere le controversie sorte durante l’esecuzione. Decide sulle opposizioni agli atti esecutivi e su ogni altra contestazione che possa sorgere, garantendo l'equilibrio tra gli interessi... [continua sul sito]
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