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Carlo e Camilla oggi in Vaticano, primi reali britannici a pregare con un Papa
#ILMONITO (Adnkronos) – Primo incontro, con svolta storica, oggi tra re Carlo e Papa Leone: per la prima volta dopo 500 anni il re britannico pregherà con un Pontefice. Al sovrano d’Inghilterra sarà conferito anche il titolo ad hoc di ‘Royal Confrater’ presso la Basilica di S. Paolo fuori le Mura.   Ad accompagnare i reali nella visita in Vaticano ci sarà l’arcivescovo di York, Stephen Cottrell, la seconda carica più importante nella Chiesa inglese dopo l’arcivescovo di Canterbury che non sarà presente in Vaticano in quanto Sarah Mullally prenderà possesso dell’arcidiocesi a marzo 2026.    L’udienza di Papa Leone XIV con il re Carlo e la regina Camilla è prevista alle 11.00 nella Biblioteca vaticana. Quindi il sovrano incontrerà il segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin. Momento storico poco dopo le 12.00: il Santo Padre, affiancato dall’arcivescovo di York, presiederà una preghiera ecumenica per la cura del Creato nella Cappella Sistina alla quale parteciperà re Carlo. Nella sala Regia successivamente si svolgerà un incontro con personalità, associazioni e aziende impegnate nella tutela della casa comune.   Nel primo pomeriggio, alle 14.30, nella Basilica di San Paolo fuori le Mura a re Carlo sarà conferito il titolo di Royal Confrater. Prima della celebrazione ecumenica, i reali visiteranno la tomba di San Paolo.    Re Carlo e la regina Camilla sono arrivati nel pomeriggio di ieri all’aeroporto di Ciampino, formalmente accolti da rappresentanti della Santa sede per la visita di Stato presso il Vaticano, spiega una nota condivisa da Buckingham Palace.   In particolare, i reali sono stati accolti in aeroporto dall’ambasciatore di Sua Maestà presso la Santa Sede, Christopher Trott, dal vice capo Missione presso la Santa Sede, Anabel Inge e dal responsabile dell’Ufficio del Protocollo della Città del Vaticano, Monsignor Javier Domingo Fernandez González e e dal Nunzio Apostolico emerito, l’Arcivescovo Francesco Canalini.    L’ultima visita di re Carlo e della regina Camilla alla Santa Sede risale ad aprile, quando hanno avuto un incontro privato con Papa Francesco poco prima della sua morte. I reali erano stati ricevuti dal Pontefice a Casa Santa Marta durante la loro visita di Stato in Italia.  Re Carlo, in qualità di principe di Galles, aveva già visitato la Santa Sede in cinque occasioni: nell’aprile 1985, nell’aprile 2005 per i funerali di Papa Giovanni Paolo II, nell’aprile 2009, nell’aprile 2017 e nell’ottobre 2019 per la canonizzazione del Cardinale John Henry Newman.   La regina Camilla, in qualità di duchessa di Cornovaglia, ha accompagnato Sua Maestà nelle visite dell’aprile 2009 e dell’aprile 2017. Come principe di Galles, Sua Maestà è stato ricevuto da Papa Benedetto XVI durante la visita del 2009 e da Papa Francesco durante le sue visite del 2017 e del 2019. Sua Maestà ha anche incontrato Papa Giovanni Paolo II a Canterbury nel 1982.    — internazionale/esteri [email protected] (Web Info) L'articolo Carlo e Camilla oggi in Vaticano, primi reali britannici a pregare con un Papa di Redazione
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Wsj: “Piano Usa per dividere Gaza in zone separate controllate da Israele e Hamas”
#ILMONITO (Adnkronos) – Stati Uniti e Israele stanno valutando un piano che dividerebbe Gaza in zone separate controllate da Israele e Hamas, con la ricostruzione che avverrebbe solo sul lato israeliano come misura provvisoria fino a quando il gruppo militante non potrà essere disarmato e rimosso dal potere. E’ la ricostruzione del Wall Street Journal, secondo cui questa sarebbe di fatto la posizione emersa dalla conferenza stampa del vicepresidente JD Vance e del genero del presidente Trump, Jared Kushner.  Vance ha affermato che ci sono due regioni a Gaza, una relativamente sicura e l’altra incredibilmente pericolosa, e che l’obiettivo è quello di espandere geograficamente l’area sicura. Fino ad allora, ha detto Kushner, nessun fondo per la ricostruzione andrà alle aree che rimangono sotto il controllo di Hamas, e l’attenzione sarà concentrata sulla costruzione della parte sicura.  “Ci sono considerazioni in corso nell’area controllata dall’Idf, a condizione che possa essere messa in sicurezza, per avviare la costruzione di una nuova Gaza al fine di dare ai palestinesi che vivono a Gaza un posto dove andare, un posto dove trovare lavoro, un posto dove vivere”, ha detto Kushner.  I mediatori arabi sarebbero allarmati dal piano che, secondo loro, gli Stati Uniti e Israele avrebbero presentato nel corso dei colloqui di pace. I governi arabi si oppongono fermamente all’idea di dividere Gaza, sostenendo che questo potrebbe portare a una zona di controllo permanente da parte di Israele all’interno della Striscia. E a questo punto diventa improbabile che impegnino truppe per la stabilizzazione dell’enclave a tali condizioni.  Un alto funzionario dell’amministrazione ha tenuto a sottolineare che si tratta di un’idea preliminare e che nei prossimi giorni saranno forniti aggiornamenti.  Ieri il presidente della Corte internazionale di Giustizia Yuji Iwasawa ha detto che Israele deve garantire i ”bisogni fondamentali” degli abitanti della Striscia di Gaza, fornendo alla popolazione tutto quello che è necessario per sopravvivere. “In quanto potenza occupante, Israele è obbligato a garantire i bisogni fondamentali della popolazione locale, compresi i beni essenziali per la sua sopravvivenza”, ha affermato Iwasawa.  Inoltre Israele ha l’obbligo di favorire il passaggio degli aiuti necessari a Gaza, compresi quelli forniti dall’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, l’Unrwa. “La Corte ritiene che Israele abbia l’obbligo di accettare e agevolare i programmi di soccorso forniti dalle Nazioni Unite e dalle sue entità, tra cui l’Unrwa”, ha aggiunto Iwasawa.  Nell’opinione legale in cui si chiede Israele di permettere all’Unrwa di portare aiuti umanitari a Gaza, la Corte internazionale di Giustizia afferma che il governo israeliano non ha fornito prove a sostegno delle accuse di terrorismo rivolte a dipendenti dell’agenzia dell’Onu per i rifugiati palestinesi.   “La corte stabilisce che Israele non ha fornito prove a sostegno delle sue accuse che una parte significativa dei dipendenti dell’Unrwa sarebbero ‘membri di Hamas o di altre fazioni terroristiche”, ha detto Iwasawa. Israele ha messo al bando all’Unrwa dopo aver accusato alcuni suoi membri di aver preso parte agli attacchi di Hamas del 7 ottobre.   — internazionale/esteri [email protected] (Web Info) L'articolo Wsj: “Piano Usa per dividere Gaza in zone separate controllate da Israele e Hamas” di Redazione
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Tiziano Ferro: “Dopo il divorzio ‘Sono un grande’ segna la mia ripartenza”
#ILMONITO (Adnkronos) – C’è una frase che Tiziano Ferro pronuncia con semplicità disarmante, e che da sola riassume il senso del suo ritorno: “Volevo sentirmi scomodo. Se non mi stava piacendo il corso della mia carriera, ovviamente era colpa anche mia”. Non c’è autocommiserazione. Ma la lucidità di chi, dopo aver attraversato un terremoto personale, decide di guardarsi allo specchio e riconoscersi, anche nelle crepe. ‘Sono un grande’, il nuovo album del cantautore di Latina, in uscita domani 24 ottobre su etichetta Sugar Music, nasce da qui: dalla voglia di riscriversi, spogliarsi e riprendersi il diritto di sbagliare. Frutto di oltre due anni di lavoro, in questo disco Ferro appare ispirato e profondo, leggero e pronto a mettersi in gioco con la cosa che lo ha sempre guidato: l’amore per la musica.  “La verità è una bellissima droga – racconta -. Perché appena te ne rendi ‘addicted’ non ne esci più vivo. Capisci, ti rendi conto che fai molta meno fatica ad avvicinarti agli altri e non esiste più il concetto di giusto e sbagliato. Ho capito che dire la verità, parlare di me in maniera trasparente è più facile o comunque meno faticoso… e da lì non si torna indietro”. Dopo anni di silenzio, un divorzio mediatico dal marito Victor Allen a marzo 2024, e la vita a Los Angeles con i due figli, Margherita e Andres, di cui ha la custodia esclusiva, Ferro fa quello che gli riesce meglio: trasformare l’esperienza in musica. A quarantacinque anni, è come se ricominciasse da zero. Nuova etichetta discografica, la Sugar Music, dopo che alla Universal “hanno lasciato che il contratto scadesse, come il latte, e nessuno se ne è accorto, nemmeno io” confessa senza far polemica. Nuovo management, nuovi produttori, nuove regole del gioco. “Ho scelto persone che dicono quello che pensano – racconta – perché volevo cambiare gli specchi deformanti del Luna Park. Non necessariamente per vedere la realtà com’è, ma per vederla diversa”.  È così che nella sua orbita è entrata Paola Zukar, storica manager di Marracash e una squadra di produttori giovani e affilati – Marz, Zef, Bias – che hanno saputo costruire con lui un suono moderno ma emotivo, pieno di respiro. “Non mi piacciono le cose sicure. Il mestiere dell’artista deve essere sempre un po’ sul ciglio del burrone – dice serenamente -. Non ho litigato con nessuno. Non ho licenziato nessuno. Ma avevo bisogno di sentirmi dire cosa, secondo alcune persone, andava fatto meglio. Necessito di fare questo mestiere come va fatto: senza sicurezza, on the road”. È un Tiziano che torna a interrogarsi sul senso stesso di essere artista. “Volevo partire dalla scomodità. Perché la cosa più triste e aberrante che possa accadere se fai questo mestiere è timbrare il cartellino – osserva -. Cioè tornare nei negozi di dischi perché c’è il tuo nome o fare concerti perché tanto sei te. E fare una cosa con un’aspettativa già data. Che mi auguro ci sia, perché spero ci sia dell’affetto. Quello sì”.  Nel suo racconto c’è la consapevolezza di un uomo che ha imparato a convivere con la complessità, anche quella di essere genitore. “Diventi padre e ti chiedi: dov’è la saggezza? Dove sta il lume di mio padre? Non c’è – puntualizza -. Come sto? Meglio di due settimane fa, meglio di tre anni fa. Faccio una vita che un po’ mi sento di subire. Mi chiedono in molti dell’America. Io l’America non l’ho scelta. È arrivata per amore. Poi sono arrivati i figli. E quando è finita la relazione uscire fuori dall’America è diventato un po’ complesso. Ho questa custodia ma sono anche una persona che ha un cuore. Non vorrei prendere i bambini e portarli via, anche se potrei. E questo mi porta a vivere in un luogo nel quale non ho punti di riferimento. Che mi dà tanto dal punto di vista musicale ma mi mancano alcuni livelli umani che non possono esserci in una città alienante come Los Angeles. Se potessi non vivrei dove vivo adesso. L’unica scelta che ho non mi piace a livello etico. Potrei portarli via, ma non lo faccio. Per ora penso sia giusto così”.  ‘Sono un grande’ è un disco di ricerca e disillusione ma anche di luce. Un album che accoglie l’imperfezione e prova a trasformarla in forza. Dietro l’uomo che ha venduto milioni di dischi e riempito stadi in tutto il mondo, c’è oggi un autore che rivendica il diritto di non avere tutte le risposte. E si sente: nelle canzoni lente ma cariche di significato, nelle pause, nella voce e nella scrittura dei testi. Uno dei nuclei più potenti del disco è la sfida alla mitologia del dolore come unica forma di autenticità. Non serve più apparire per forza perfetto. “Non ho mai avuto la smania di essere sempre al top o di apparire impeccabile – ammette -. Ho sempre mostrato le mie asperità, le complicazioni. Ho sempre chiesto alle persone di provare ad andare d’accordo con se stesse, anche nelle cose che non piacciono”.   Se il brano ‘Fingo&Spingo’, in radio da venerdì, racconta la sottile linea tra vita personale e identità artistica, e ‘Quello che si voleva’, un omaggio alla canzone di Chiara Galiazzo, ‘La vita che si voleva’, parte da dolore, rabbia, e disprezzo che poi diventa altro, la titletrack ‘Sono un grande’ è una riflessione sulle insicurezze e sul valore di sé. “Non è un titolo arrogante – spiega Ferro – ma una canzone che parla di insicurezza. Però anche di dire: vabbè, ok, magari sono qui per caso, ma sono io che ho fatto quelle scelte. E quindi, forse, sono anche un grande per questo. L’importante è rimanere in contatto con quello che sei. Senza inventare una versione B di te”. Questa è la chiave dell’album e, forse, della sua vita oggi. “Non esistono due versioni di me. Ne esiste una. Magari fa schifo. Però è proprio una. Ed è una meraviglia vivere così”.  Parlando di sincerità si fa serio: “Tutti gli artisti dicono che il loro disco è il risultato di un grande lavoro su se stessi. Io il lavoro su me stesso l’ho fatto. Ma dov’è il cambiamento? Non lo vedo. O non me ne accorgo io. Mi piacerebbe dire che c’è già il finale felice. In realtà ho fatto una sola scelta: la sincerità, anche quando è scomoda”. In ‘1, 2, 3’ Ferro affronta un tema che lo ha colpito in prima persona: gli attacchi di panico, un argomento ancora stigmatizzato nel mondo della musica. “C’è molta ipocrisia – spiega -. Va di moda, e quindi sento troppo spesso pronunciare le parole ‘salute mentale’ senza entrare nel merito. Non sento mai parlare di serotonina. Non sento mai parlare di farmaci utilizzando la classificazione e la nomenclatura adeguata. E non sento mai parlare di percorsi, psicanalisi, psichiatri, che, ricordiamo tutti, non sono dei matti che legano le persone alle sedie e lobotomizzano, come secoli fa. C’è bisogno di grande e vera informazione nei confronti di questo tema”.  L’anno che verrà sarà ricco di musica dal vivo per Tiziano. L’annuncio di Stadi26 ha scatenato l’entusiasmo dei fan: sono stati polverizzati già 300mila biglietti, tanto che gli appuntamenti allo Stadio San Siro di Milano (6 e 7 giugno) e allo Stadio Olimpico di Roma (27 e 28 giugno) sono raddoppiati. “Volenti o nolenti, 25 anni sono passati per tutti e l’importante è far diventare il tour una festa – promette -. Amo gli artisti che mandano a casa le persone felici. Quando un cantante scrive la scaletta per il fan lo senti e lo vedi, io voglio che le persone escano dallo stadio contente. Devo molto alle mie canzoni, non mi stancheranno mai perché hanno sempre un valore diverso. Oggi ‘Rosso Relativo’ è diventata qualcosa che non era nel 2002”.  E mentre racconta il legame con il passato, non nasconde l’intensità dei suoi show: “Quando canto le mie hit, in quel momento parte una diapositiva, non so come facciano alcuni cantanti a privarsi di questo – dice -. La trovo una cosa magica, non c’è nulla che mi faccia godere di più di attaccare le prime parole e vedere il delirio che si scatenerà da lì a breve. Guardo tutte le persone, vorrei una webcam puntata su ogni faccia. Sapere che dietro la mia storia c’è quella di qualcun altro, rende intimo persino lo stadio”. Tra le crepe dell’esperienza personale e l’energia travolgente dei suoi stadi, Ferro si conferma un artista e un uomo in grado di trasformare dolore e fragilità in canzoni che parlano di tutti, per tutti. (di Federica Mochi)  — spettacoli [email protected] (Web Info) L'articolo Tiziano Ferro: “Dopo il divorzio ‘Sono un grande’ segna la mia ripartenza” di Redazione
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La parola ‘sovrappeso’ divide: linguaggio neutro o stigma?
#ILMONITO (Adnkronos) – “Sovrappeso” si può usare o è un insulto? Ultimo esempio di linguaggio scivoloso, è quello relativo alla frase pronunciata dal giornalista e storico Paolo Mieli a Radio24, durante la consueta lettura mattutina dei giornali, a proposito della candidata di Alleanza Verdi e Sinistra in Campania Souzan Fatayer, definita “in leggerissimo sovrappeso”. In un contesto in cui il corpo è troppo spesso bersaglio di giudizi sprezzanti, e il body shaming è ormai riconosciuto come ‘piaga del nuovo millennio’, al punto da rendere necessario anche un intervento legislativo – con la recente approvazione alla Camera della proposta di legge per l’istituzione della Giornata nazionale contro la denigrazione dell’aspetto fisico delle persone – occorre prestare molta attenzione alle parole, come emerge dalla lettura del nuovo Dizionario dell’italiano Treccani 100, diretto da Valeria Della Valle e Giuseppe Patota.   I linguisti curatori del Dizionario Treccani 100, che hanno accolto anche parole offensive e discriminatorie, segnalandole però con un’avvertenza, non hanno tuttavia registrato “sovrappeso” come termine offensivo in sé e per sè, a differenza di altri elencati a titolo esemplificativo e non esaustivo dal nuovo vocabolario. Peraltro Mieli si è poi scusato per la frase pronunciata.   Ad esempio “balena”, si sottolinea nell’opera Treccani, è “usata in tono spregiativo e in genere usato come insulto” (“una balena è anche una persona molto grassa”), ed è una delle espressioni più ricorrenti nel linguaggio offensivo legato al peso corporeo. A questa si affiancano “cicciona/ciccione”, che nel “linguaggio familiare e in modo offensivo si dice di una persona che ha molta ciccia addosso, molto grassa”; “lardosa/lardoso”, “in tono scherzoso, ma anche offensivo, di una persona sovrappeso”, e “palla di lardo”, “modo offensivo per riferirsi a una persona sovrappeso”.   Se proprio si sente il bisogno di esprimere un giudizio, preferibile allora usare parole come “sovrappeso”, “eccesso di peso rispetto a quello ottimale o a quello che è considerato nella norma”, oppure “corpulenta/o”, “persona che ha il corpo grosso, robusto”, che offrono una descrizione più neutra e rispettosa. (di Paolo Martini)  — cronaca [email protected] (Web Info) L'articolo La parola ‘sovrappeso’ divide: linguaggio neutro o stigma? di Redazione
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Atalanta-Slavia Praga 0-0, la Dea spreca: solo pari per Juric
#ILMONITO (Adnkronos) – Pareggio e nessun gol a Bergamo tra Atalanta e Slavia Praga. Oggi, mercoledì 22 ottobre, la Dea non è riuscita ad andare oltre lo 0-0 contro la squadra ceca al New Balance Stadium nella terza giornata di Champions League. Un punto che non serve a molto alla squadra di Juric, che incappa nel secondo pari senza reti consecutivo dopo quello contro la Lazio in campionato, e che sale al 17esimo posto in classifica a 4 punti. Raggiunge quota 2 lo Slavia Praga.    Primo tempo aggressivo dell’Atalanta, ma che va pian piano spegnendosi nella ripresa. Il più pericoloso è subito Lookman dopo soli tre minuti, ma il suo tiro viene deviato in angolo. Ancora Atalanta al 13′ con Kossounou che impegna Markovic in un’acrobatica parata. Il portiere dei cechi è decisivo anche poco dopo su De Ketelaere e Krstovic, che spreca un cross di Zappacosta. L’attaccante montenegrino è tra i più attivi dei suoi, ma non riesce a inquadrare la porta su un assist al bacio di De Ketelaere, rimandando, ancora una volta, l’appuntamento con il primo gol in Champions League.  Al 30′ si vede lo Slavia con Chory, che calcia in diagonale ma il pallone finisce sopra la traversa. Sul finale di tempo è ancora De Ketelaere, tra i migliori dei suoi, a provarci da fuori area, ma la palla esce di poco a lato del palo destro. Nella ripresa salgono gli ospiti, con Carnesecchi decisivo per fermare Provod al 51′. Sadilek ci prova ancora al 78′, palla alta. All’85’ si rivede Scamacca, al rientro dall’infortunio, ma il portiere Markovic para ancora. Finisce quindi 0-0.    — sport [email protected] (Web Info) L'articolo Atalanta-Slavia Praga 0-0, la Dea spreca: solo pari per Juric di Redazione
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Real Madrid-Juventus 1-0, super Di Gregorio non salva Tudor: decide Bellingham
#ILMONITO (Adnkronos) – Il Real Madrid batte la Juventus in Champions League. I Blancos hanno vinto 1-0 oggi, mercoledì 22 ottobre, contro i bianconeri nella terza giornata della massima competizione europea grazie al gol di Bellingham al 57′. Con questi tre punti la squadra di Xabi Alonso sale a 9 punti, mentre quella di Tudor rimane ferma a quota 2, frutto dei pareggi con Borussia Dortmund e Villarreal. Nel prossimo turno di Champions League la Juventus ospiterà lo Sporting Lisbona.    Tudor alla vigilia ha chiesto coraggio e voglia di vincere, e così la Juventus sembra un’altra squadra rispetto a quella di Como. I bianconeri, che lanciano Koopmeiners in mediana e McKennie sulla trequarti, con Vlahovic prima punta e Locatelli in panchina, partono aggressivi e decisi. I palloni passano quasi tutti dai piedi di Yildiz, alla prima da capitano in Champions League nello stadio che ha consacrato la grandezza del maestro Del Piero, ma è Vlahovic il più attivo tra i bianconeri. L’attaccante serbo regge l’urto della difesa spagnola e lancia in porta Kalulu, ma il cross insidioso del francese è respinto. I primi minuti sono tutti bianconeri: McKennie calcia da fuori al 10′, Gatti lo imita poco dopo, ma è troppo poco per impensierire Courtois.  I pericoli corsi svegliano il Real, che prende in mano la partita e non la molla più. I Blancos si fanno vedere su calcio piazzato, una delle armi del ‘nuovo’ Madrid di Xabi Alonso, con Tchouameni due volte pericoloso, e sfiorano il vantaggio con il tiro a giro di Militao, smarcato dall’invenzione di Mbappé. Proprio il fuoriclasse francese poco prima aveva avuto sul sinistro la chance più grossa del match: Brahim Diaz, schierato a sorpresa dal 1′, serve un assist al bacio per l’inserimento di Kylian, che in spaccata trova il miracolo di Di Gregorio. Il primo tempo finisce così 0-0.  La ripresa riparte proprio come la prima frazione. La Juve aggredisce e cerca di recuperare palla alta, creando pericoli con Kalulu e sfiorando il vantaggio con Vlahovic. L’attaccante serbo sfrutta un clamoroso buco della difesa spagnola e si invola tutto solo verso la porta del Real, ma Courtois è miracoloso in uscita parando con i piedi il suo diagonale rasoterra. Nel miglior momento della Juvenus, arriva il vantaggio del Madrid. Al 57′ Vinicius semina il panico nella difesa bianconera, dribblando prima Kalulu e poi McKennie. Il brasiliano entra in area, si defila e calcia in diagonale, trovando il palo, ma sulla ribattuta arriva Bellingham, che apre il piatto destro e buca Di Gregorio.  Il gol affossa la Juve e dà coraggio al Real. Al 71′ ci vuole un super Di Gregorio, per distacco il migliore dei suoi, per negare il raddoppio ai Blancos: il portiere bianconero è provvidenziale prima sul tiro di Mbappé e poi sulla ribattuta di Brahim Diaz, a cui si oppone con un’uscita disperata. Nel finale la Juve avrebbe l’occasione per pareggiare, ma Openda spreca tutto facendosi rimontare da Asencio dopo che l’assist di David lo aveva messo solo davanti a Courtois. In pieno recupero è ancora il portiere belga a essere decisivo sul tiro da fuori di Kostic. Finisce quindi 1-0 al Bernabeu.    — sport [email protected] (Web Info) L'articolo Real Madrid-Juventus 1-0, super Di Gregorio non salva Tudor: decide Bellingham di Redazione
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Mario Zinno vola a Shanghai con “Parole d’ammore”, una serata-evento per i 2500 anni della fondazione di Napoli
#ILMONITO Mario Zinno, figura poliedrica e di spicco nel panorama artistico italiano, il prossimo 25 ottobre approda a Shanghai, con lo spettacolo “Parole d’ammore”, per la serata-evento “Buon Compleanno Napoli 2500” organizzata dall’Associazione Campani in Cina in occasione del 2500° anniversario della fondazione di Napoli. Con una carriera che spazia dal teatro musicale alla televisione, dal ruolo di attore, cantante e musicista a quello di direttore artistico e produttore esecutivo, Mario Zinno per l’occasione propone un repertorio della canzone classica napoletana da Funiculì funiculà a Dicitencelle vuje, da ‘A vucchella a Marechiaro, da Santa Lucia luntana a ‘O surdato ‘nnammurato, evocando la ricca storia e cultura di Napoli. Un viaggio tra canzoni e racconti che porterà a Shanghai il cuore autentico della città partenopea. «Volevamo celebrare Napoli con semplicità – dichiara Cristina Corsini, Segretario dell’Associazione Campani in Cina – come si fa tra amici lontani da casa. Questa serata sarà un modo per ritrovarsi, ascoltare la nostra musica, gustare i sapori della nostra terra e sentirci davvero uniti a Napoli, anche da Shanghai». «Il percorso artistico di Mario Zinno – commenta la Presidente della Sezione Bilaterale di Amicizia Italia/Cina, On. Senatrice Ada Lopreiato – è un esempio brillante della ricchezza e della diversità della cultura italiana. La sua capacità di eccellere in molteplici discipline e di portare sul palco e sullo schermo storie e personaggi con profondità e autenticità, lo rende un ambasciatore ideale del nostro patrimonio culturale. Credo fermamente che la sua arte possa fungere da ponte, promuovendo un dialogo interculturale fecondo e rafforzando i legami di amicizia che uniscono l’Italia e la Cina». L’iniziativa è organizzata dall’Associazione Campani in Cina, con il supporto della comunità italiana di Shanghai e con il patrocinio dell’Istituto Italiano di Cultura di Shanghai, dell’Associazione Italiani a Shanghai e PromoItalia. «È per me – dichiara Mario Zinno – un grandissimo onore poter cantare per i nostri connazionali all’estero. Mi da profonda gioia portare un pezzetto della nostra cara città di Napoli, della nostra canzone, amata in tutto il mondo, nel cuore di una grande metropoli come Shanghai. Sarà una serata ricca di sorprese, con ospiti, degustazioni di piatti tipici della nostra città e le grandi canzoni napoletane. Il concerto si intitola ‘Parole d’ammore’, ed è questo che mi prefiggo di ‘portare’, ‘parole d’amore’ per scaldare i cuori di chi, per un motivo o per un altro, ha lasciato la nostra terra per vivere vita ed esperienze nuove. Ringrazio Cristina Corsini, donna straordinaria, napoletana Doc, Segretario dell’Associazione Campani in Cina, organizzatrice dell’evento. Ringrazio inoltre la Senatrice Ada Leproiato, Presidente della Sezione Bilaterale Italia-Cina dell’UIP, l’Unione interparlamentare, per aver sostenuto e appoggiato con bellissime e lusinghiere parole questa mia partecipazione presso l’Istituto di Cultura Italiana di Shanghai, partner dell’evento, e l’Onorevole Gaetano Amato per averlo permesso. Desidero inoltre ringraziare l’avvocato Emilio di Marzio, mio grande amico, mecenate assoluto dell’arte e della bellezza, per affiancarmi costantemente in queste mie incursioni». Mario Zinno, nel corso della sua carriera artistica si è distinto in qualità di attore, interpretando ruoli di grande rilievo in produzioni teatrali, come il musical “Masaniello” (nelle edizioni dirette da Tato Russo e successivamente da Maurizio Sansone, fino al recente di Armando Pugliese ed Elvio Porta). Ha lavorato con registi, attori e musicisti fra i quali Antonio Calenda, Luca de Fusco, Giuliano Peparini, Gigi Proietti, Franco Miseria, Claudio Insegno, Massimo Ranieri, Monica Guerritore, Lina Sastri, Mariano Rigillo, Giorgio Albertazzi, Chiara Noschese, Luciano Ligabue, Lando Buzzanca, Ottavia Piccolo, Marisa Laurito, Riz Ortolani, Nicola Piovani. Per quanto concerne la televisione, Zinno oltre ad aver collaborato a trasmissioni Rai come “Ritratti Musicali” e “Napoli Racconta”, da due anni è nel cast della serie comedy “Pesci Piccoli” (stagioni 1 e 2 su Prime Video). Inoltre, negli anni si è contraddistinto non solo per le sue doti di attore, cantante e musicista, ma anche per le sue capacità organizzative e direttive, ricoprendo il ruolo di direttore artistico del Teatro Palapartenope di Napoli (stagioni 2015/2016 e 2005/2006) e di direttore musicale per opere come “Lo spartito magico”. Ha inoltre contribuito alla produzione esecutiva di importanti musical e spettacoli teatrali, come “Balliamo sul mondo” e “L’oro di Napoli”.              L'articolo Mario Zinno vola a Shanghai con “Parole d’ammore”, una serata-evento per i 2500 anni della fondazione di Napoli di Redazione
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Social Dinner 2025, il cibo come atto di attivismo
#ILMONITO Giunta alla sua ottava edizione, la Social Dinner torna dopo il successo della scorsa tappa di Matera 2024, confermandosi come uno degli appuntamenti di riferimento per chi lavora tra comunicazione e food. Nata nel 2018 da un’idea di Andrea e Valentina Pietrocola, fondatori dell’agenzia di comunicazione Maraki Srl, la Social Dinner nasce con l’obiettivo di riunire attorno a una tavola aziende, social media manager, creator e giornalisti, creando connessioni e conversazioni autentiche sul mondo del cibo e della comunicazione digitale. Il tema 2025: “Dal contenuto al comportamento: quando il cibo diventa attivismo” L’edizione di quest’anno mette al centro un tema più attuale che mai: il potere dei social media nel trasformare il cibo da semplice oggetto di consumo a strumento di attivismo e consapevolezza. Attraverso storie, campagne e contenuti virali, il talk analizzerà come chef, creator e consumatori stiano ridefinendo il rapporto tra alimentazione, sostenibilità e impegno sociale. Un dibattito che parte da un dato scientifico significativo: secondo uno studio pubblicato su ScienceDirect, i social media influenzano le scelte alimentari sostenibili dei consumatori, agendo sia in senso positivo che negativo sulla consapevolezza e sul comportamento di consumo. Un dibattito tra professionisti con un unico denominatore: il cibo A portare la loro visione e il loro punto di vista sul tema saranno professionisti che, pur provenendo da ambiti diversi, condividono un unico filo conduttore: il rapporto con il cibo, nelle sue declinazioni etiche, comunicative e produttive. Interverranno l’Executive Chef Michele Cobuzzi, la PR & Communication Manager Food & Beverage Eleonora Barbone, il Food Lawyer Elio Palumbieri, la Biologa Nutrizionista Rita Califano e Alberto Lupini, Direttore di Italia a Tavola. Ciascuno di loro offrirà uno sguardo diverso e complementare su come i social possano influenzare il comportamento alimentare e il concetto stesso di sostenibilità. “Ogni anno scegliamo un tema che rifletta i cambiamenti in corso nel mondo della comunicazione e del cibo, e che possa stimolare un confronto reale fra chi quei cambiamenti li vive ogni giorno”, spiega Valentina Pietrocola, co-founder di Maraki. “In questa edizione vogliamo spostare l’attenzione sul consumatore, oggi protagonista delle conversazioni digitali: attraverso i social scopre nuovi prodotti, ricette, ma anche valori e storie. È un pubblico più consapevole, che chiede autenticità e qualità, e che premia chi comunica con trasparenza e responsabilità”. “Per noi la Social Dinner è molto più di una cena – è un laboratorio di idee e di relazioni”, aggiunge Andrea Pietrocola, co-founder di Maraki. “Ogni edizione diventa un momento di incontro tra mondi diversi che dialogano intorno al cibo, alla comunicazione e alla società. E come sempre, lasciamo che tutto accada in modo naturale: nessun posto assegnato, solo la libertà di sedersi accanto a qualcuno di nuovo e iniziare una conversazione capace di creare connessioni autentiche”. Mortadella Day e show gastronomici La serata sarà anche l’occasione per celebrare a Milano il Mortadella Day, la giornata nazionale dedicata alla Mortadella Bologna IGP, che si svolge ufficialmente il 24 ottobre a Roma e che, per l’occasione, verrà festeggiata anche nel capoluogo lombardo grazie a Maraki. Durante l’evento ci sarà spazio per il mondo dei salumi e quello caseario, con show gastronomici dal vivo. Daniele Reponi, oste e salumiere, guiderà la parte dedicata ai salumi, con un omaggio alla regina rosa dei salumi, mentre Vincenzo Troia, casaro di Caseus, sarà protagonista dello spettacolo della mozzarella e del racconto del mondo caseario. La cena sarà realizzata dallo chef della struttura, in collaborazione con i prodotti delle aziende partner, selezionati per la loro qualità e capacità di rappresentare le eccellenze del made in Italy. L'articolo Social Dinner 2025, il cibo come atto di attivismo di Redazione
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Mortadella Day 2025: la Regina Rosa del gusto celebra il suo legame con il cinema
#ILMONITO Buon compleanno Mortadella Bologna IGP! Il 24 ottobre torna il Mortadella Day. In questa data si celebra l’anniversario del celebre Bando emanato nel 1661 dal Cardinal Farnese, che per la prima volta stabilì le regole ufficiali per la produzione della Mortadella Bologna – un antesignano dell’attuale Disciplinare IGP. Giunto alla sua XIII edizione, l’evento celebra la giornata dedicata al salume simbolo di Bologna e della convivialità italiana. La Mortadella Bologna IGP come Regina Rosa dei Salumi. Come una vera e propria diva del cinema italiano e della gastronomia, capace di unire gusto, cultura e spettacolo in un omaggio al “buon vivere” e alla creatività che da sempre contraddistinguono il nostro Paese. Il tema di quest’anno, “La Mortadella nel Cinema”, racconta come questo prodotto sia diventato nel tempo un vero e proprio archetipo culturale, una protagonista capace di attraversare epoche e generi, portando sullo schermo il sapore autentico dell’Italia. A fare da cornice all’evento sarà l’Auditorium Parco della Musica di Roma, presso Foodopolis, l’area food della Festa del Cinema di Roma (15–26 ottobre 2025): il luogo ideale per far incontrare il grande schermo e l’eccellenza gastronomica. La Mortadella Bologna IGP: diva del cinema e simbolo del “buon vivere” italiano Con la sua inconfondibile eleganza “in rosa”, la Mortadella Bologna IGP è una vera star che, nel tempo, ha conquistato anche il set cinematografico. Protagonista del film La mortadella (1971), diretto da Mario Monicelli e interpretato da Gigi Proietti e da una splendida Sophia Loren, la Regina Rosa ha avuto ruoli memorabili fin dagli anni Settanta, come in Permette? Rocco Papaleo, un film di Ettore Scola con Marcello Mastroianni, dove diventa emblema di gusto e autenticità italiana, fino ad arrivare al 2024 con Il Treno dei Bambini di Cristina Comencini, dove la mortadella è momento di gioia e innocenza per i bambini durante il loro viaggio. La sua presenza è ricordata in numerose pellicole iconiche: Bambola, Signori si nasce, Caruso Pascoski (di padre polacco), Made in Italy, Pane e cioccolata, Il pranzo di Ferragosto, Benvenuti al Sud, La mafia uccide solo d’estate e tanti altri. In tutte, la Mortadella non è un semplice ingrediente: è un segno distintivo dell’identità italiana, capace di evocare affetti, ironia e convivialità. Una diva popolare e sofisticata insieme, amata da registi e spettatori, capace di raccontare con un solo profumo intere storie di vita. Un evento tra spettacolo, showcooking e riflessione culturale A condurre il pubblico sarà Nicola “Tinto” Prudente, volto noto della Rai e profondo conoscitore della cultura gastronomica italiana. Il programma prevede momenti di alta cucina e racconto: Piero D’Onghia, vincitore dell’Ego Pizza Festival 2025 e Ambassador del Consorzio, proporrà pizze creative dedicate alla Regina Rosa dei Salumi. Francesco Sperandeo, chef con un passato nel cinema accanto a Roberto Benigni, Giuseppe Tornatore e Dolce & Gabbana, porterà in scena piatti che fondono narrazione e gusto, tra tradizione e innovazione, e ogni portata sarà un omaggio a un noto film. Il cuore della giornata sarà il talk “La Mortadella nel Cinema”, curato dal critico cinematografico Boris Sollazzo, un viaggio tra immagini e simboli che hanno reso la Mortadella una protagonista del grande schermo. Con lui dialogheranno Ricky Tognazzi e Simona Izzo, coppia simbolo del cinema italiano, che condivideranno aneddoti e riflessioni sul cibo come linguaggio narrativo e universale. Ad arricchire l’esperienza, le illustrazioni originali di Marcello Carriero, che ricreeranno alcune delle scene più celebri dei film in cui la Mortadella Bologna IGP è apparsa. Le sue opere, in un gioco tra arte e memoria cinematografica, diventeranno protagoniste di un divertente quiz: i giornalisti presenti dovranno indovinare a quale pellicola fanno riferimento le illustrazioni della “Regina Rosa”. Milano in contemporanea: la Social Dinner al Ristorante Vertigo Mentre Roma ospita l’evento ufficiale, Milano celebra il Mortadella Day con una Social Dinner al Ristorante Vertigo, dalle 18.00 alle 23.00. Protagonista sarà Daniele Reponi, storico Ambassador della Mortadella Bologna IGP, che guiderà gli ospiti in un percorso degustativo “in rosa”. Il tema dell’edizione milanese, “Dal contenuto al comportamento: quando il cibo diventa attivismo”, proporrà un dialogo sul ruolo dei social media nel trasformare il cibo in un veicolo di consapevolezza e cultura.   L'articolo Mortadella Day 2025: la Regina Rosa del gusto celebra il suo legame con il cinema di Redazione
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Dal ricatto alla trattativa: la risposta dell’Ue alle strette cinesi – Eurofocus podcast, Adnkronos
#ILMONITO La Cina ha stretto i controlli su terre rare, tecnologie e macchinari trasformando la dipendenza europea in leva geopolitica. Bruxelles risponde preparando contromisure e valutando l’uso dello scudo anti-coercizione: non per “fare la guerra dei dazi”, ma per creare la forza negoziale necessaria. Nel frattempo l’Ue accelera su alternative: accordi di fornitura, progetti di estrazione, raffinazione e riciclo previsti dal Critical raw materials act. La posta in gioco è immediata: tenere in piedi difesa, chip, auto elettriche ed energia mentre si riduce la dipendenza. Questa non è solo una disputa commerciale; è un test di sovranità economica europea. Iscriviti e segui “Eurofocus” su:  YouTube (https://www.youtube.com/playlist?list=PLqUAdD1OW-6zrqNPYL_h7pYN-kGUBRODh)   YouTube Music (https://music.youtube.com/playlist?list=PLqUAdD1OW-6zrqNPYL_h7pYN-kGUBRODh&si=tqIv0GXXtmcC-AIm)   Apple Podcasts (https://podcasts.apple.com/us/podcast/eurofocus/id1744878997)   Spotify (https://open.spotify.com/show/6sfuu6bd0zUg4rjVXTCQTE)   Amazon Music / Audible (https://music.amazon.com/podcasts/b76d706b-f931-4b09-bc64-f57c8d5dba4d)   Spreaker (https://www.spreaker.com/podcast/eurofocus–6163802)   Eurofocus (https://eurofocus.adnkronos.com/podcast/)   adnkronos.com (https://podcast.adnkronos.com/show/eurofocus/)     Estratti audio: archivio audiovisivi Adnkronos.  Musiche su licenza Machiavelli Music.  AdKey:zP-94qNWQqj3XM   L'articolo Dal ricatto alla trattativa: la risposta dell’Ue alle strette cinesi – Eurofocus podcast, Adnkronos di Redazione
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