Il sacrificio del farmacista Clemente Cocchi
Sono il nipote del dottor Clemente Cocchi, trucidato al cavalcavia di Casalecchio di Reno l’8 ottobre 1944, durante la retata che precedette la strage dei partigiani. Fino a che era in vita mio fratello toccava a lui il compito di fare il possibile per ricordare il nonno, il cui nome è inciso sul cippo sul monumento ai caduti. Speravo che venisse ricordato sul calendario del paese del 2024. Vorrei fare il possibile per onorarlo.
Alessandro Cocchi
Risponde Beppe Boni
Il farmacista Clemente Cocchi è una delle tante vittime civili dei nazisti che nulla avevano a che fare con la guerra e con le formazioni partigiane ma che furono giustiziate per rappresaglia. Migliaia di persone non hanno combattuto eppure da un momento all’altro senza alcuna colpa sono state giustiziate in modo vigliacco. Clemente Cocchi era una brava persona che quando poteva dava a una mano a chiunque ne avesse bisogno. Tutto nacque durante il rastrellamento dell’8 ottobre 1944. A Casalecchio, nei pressi del cavalcavia, due carristi tedeschi della 16ª compagnia fermarono un autocarro a bordo del quale si trovavano dei partigiani che aprirono il fuoco e uccisero i due militari. Come immediata ritorsione il farmacista di Casalecchio Clemente Cocchi poco dopo fu fermato lì sulla strada da un graduato delle SS, portato nei pressi del cavalcavia e ucciso senza alcun motivo. Fu l’inizio della rappresaglia. Altri uomini rastrellati subito dopo, fra cui il religioso Ugo Romiti, furono condotti allo stesso cavalcavia, fatti inginocchiare davanti ai corpi dei due militari tedeschi e minacciati di fucilazione e poi arrestati. I giorni successivi furono il sanguinoso teatro di una delle tante stragi.
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