Valigia Blu
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Il Giubileo della Speranza ha visto insieme esponenti di diverse fedi: cattolici, ortodossi, musulmani, ebrei. L’incontro spirituale è diventato una via concreta per contrastare la disumanizzazione della guerra
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Al cimitero di guerra, i volontari hanno lasciato fiori sulle tombe. Tutti giovani, tutti bellissimi. Un diciottenne italiano ha detto: “Oggi la mia visione del mondo è cambiata per sempre”. Parole di verità senza alcuna astratta retorica
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Alla Filarmonica di Kharkiv, riaperta per l’occasione, un concerto d’organo ha unito musica e resistenza civile. In platea anche un soldato appena rientrato dal fronte. Ad accoglierlo un applauso spontaneo, commosso e unanime
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A Kyiv si è discusso di giustizia riparativa con realtà ucraine. A Kharkiv, studenti dell’università Beketov hanno reinterpretato il “Terzo Paradiso” di Michelangelo Pistoletto. L’arte come strumento di rinascita
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Kharkiv e Kyiv: 1400 km in treno e bus, in una zona dove la guerra è reale, quotidiana. La paura c’è stata, ma il senso della missione è un altro: esserci, con i corpi, dove la vita è sotto attacco ogni giorno
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Obiettivo della missione in Ucraina: non portare soluzioni preconfezionate, ma costruire relazioni, raccogliere le richieste delle comunità locali, ascoltare, apprendere. La pace non si impone, si coltiva insieme, a partire dal basso
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Il Movimento Europeo di Azione Nonviolenta è nato nel 2022, ispirandosi all’idea di Alex Langer dei Corpi Civili di Pace. Un’iniziativa laica e trasversale, dove la presenza è azione politica non armata
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Ucraina, ottobre 2025. Centodieci volontari del Movimento Europeo di Azione Nonviolenta partecipano alla 14ª missione nel Paese. "Niente può sostituire la presenza", ricorda l'antropologa Marianella Sclavi, docente di Gestione Creativa dei Conflitti. E questa presenza ha un significato preciso
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L’accordo potrebbe avvicinare le due parti più di qualsiasi altro sforzo precedente per fermare una guerra che si era trasformata in un conflitto regionale, coinvolgendo Iran, Yemen e Libano e ridisegnando il Medio Oriente. Un precedente cessate il fuoco è durato solo 10 giorni, l'altro 6 settimane
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Molti dei dettagli dell'accordo restano poco chiari e le sfide per l'attuazione dei suoi termini sono tante. Non è chiaro se le parti abbiano compiuto progressi su questioni più spinose, come il disarmo di Hamas, richiesto da Netanyahu, e l'eventuale governance di Gaza
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In secondo luogo, “è stata esercitata pressione su Hamas praticamente da tutti gli alleati o paesi amici e dalla stessa popolazione palestinese di Gaza. Hanno detto molto chiaramente ad Hamas che vogliono che questa situazione finisca in un modo o nell'altro, anche a costo di concessioni”
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L'esperto di Medio Oriente e sicurezza HA Hellyer, senior fellow presso il Royal United Services Institute, ha dichiarato ad Al Jazeera che il cessate il fuoco è stato raggiunto perché “gli USA hanno scelto di esercitare la loro pressione su Israele, senza la quale non sarebbe stato ottenuto nulla”
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I 20 ostaggi potrebbero essere rilasciati già questo fine settimana, mentre i 1.700 prigionieri palestinesi potrebbero essere liberati entro 72 ore dalla firma degli accordi. Hamas ha invitato Trump e gli Stati mediatori a garantire che Israele attui pienamente il cessate il fuoco
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In base all'accordo, Hamas dovrebbe rilasciare nei prossimi giorni 20 ostaggi sopravvissuti in cambio dei detenuti palestinesi, mentre le forze israeliane inizieranno a ritirarsi dalla maggior parte di Gaza
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Lacrime di gioia, abbracci, incredulità. Così palestinesi e israeliani hanno accolto l’annuncio del presidente USA Trump dell’accordo raggiunto tra Israele e Hamas per avviare la prima fase del piano di pace, sospendere i combattimenti e garantire il rilascio degli ostaggi e dei prigionieri
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🧵 Gaza, palestinesi e israeliani festeggiano l’accordo sul cessate il fuoco raggiunto tra Israele e Hamas
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Nel nord, ad Aleppo, si registrano nuovi scontri fra esercito siriano e Forze democratiche siriane sostenute dagli Usa. Intanto l’accordo del 10 marzo per integrare le istituzioni curde civili e militari rimane in sospeso, senza date certe per Raqqa o Hasakeh
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Mentre alcuni siriani nelle grandi città sperano in un primo passo verso la democrazia, curdi e drusi definiscono le elezioni “non rappresentative”. L’attivista Nour al-Jandali, eletta da Homs, chiede “ruolo reale e attivo” per le donne
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Il parlamento transitorio, con 210 membri, avrà mandato di 30 mesi. Tra i candidati, solo il 14% erano donne. Il voto è stato rinviato nelle aree fuori dal controllo governativo: il nord curdo, parte della Siria nord-orientale e la provincia drusa di Suwayda. Restano da assegnare 21 seggi
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Non si è votato con suffragio universale: secondo le autorità provvisorie, lo sfollamento e la perdita dei documenti durante la guerra rendono impossibile elezioni dirette in questa fase. Un terzo dei seggi sarà nominato direttamente dal presidente ad interim Ahmed al-Sharaa
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I musulmani sunniti – circa il 75% dei siriani – dominano l’Assemblea. L’ex regime, incentrato sugli alawiti, minoranza sciita, è stato rovesciato dopo quasi quattordici anni di conflitto
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Su 119 parlamentari eletti solo 2 sono cristiani e appena il 4% donne. Il portavoce della commissione elettorale, Nawar Najmeh, ha definito la rappresentanza femminile e cristiana “non proporzionata” rispetto al ruolo di queste comunità nella società siriana