RITORNO
* * *
## Lo SQUINTERNO IN PILLOLE presenta… PFAM!! Come ogni anno torna il festival più atteso dell’autunno bercetese. Di che cosa parliamo quest’anno? Di ritorno, appunto. Ritorniamo alla montagna? Ritoriniamo alle nostre case? A noi stessi? Dove vorremmo ritornare? Per esempio a festeggiare anche la festa del patrono di Berceto, San Moderanno, che si unisce a PFAM per rendere questo week end di fine ottobre assolutamente unico!
* **Tutti gli eventi musicali e la cucina sono a cura del Muram Fest**
## ** **Introducono e moderano gli incontri Sabrina Tosi Cambini, Matteo Volta, Giacomo Agnetti e Maria Molinari.**
##### *** **La partecipazione agli incontri dà diritto all’acquisizione dei crediti AIGAE (Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche)**
* * *
# **VENERDI’ 24 OTTOBRE – Scaldiamo i motori alla festa di San Muram! (nei locali del paese)**
## ore 18,00 – Aperitif con Dj Baffo
## ore 21,30 – Dj Gabo + Karaoke
## ore 23,30 – Dj Papi
# **SABATO 25 OTTOBRE – presso Museo Pier Maria Rossi**
## ore 10,00 – Aperture book shop e mostre (presentazione progetto Alta Via dei Giovani) e introduzione al festival
## ore 10,30 – Tornare Desiderare – Lettura teatrale
_Un paese ci vuole, non fosse per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti_ (Cesare Pavese)
Con Silvia Gentile, Beatrice Carra, Ludovic Andrei e Davide Pieroni. Scelta testi a cura di Paolo Lunardi
## ore 11,00 – Patrizia Dall’Argine – Dal viaggio interrotto al diritto di ritorno: storie dal Global Movement to Gaza
Il 12 giugno 2025, circa 4000 attivisti da tutto il mondo – di cui 150 italiani- si danno appuntamento a Il Cairo, aderendo alla Global March to Gaza. L’intento è quello di marciare pacificamente per tre giorni da Al Arish fino a Rafah e una volta lì negoziare la riapertura del valico. Questo incontro offre una riflessione personale e narrativa sulla Global March to gaza – ora Global Movement to Gaza – a partire dall’esperienza diretta di chi vi ha partecipato per poi documentarlo attraverso un podcast, Finché arriveremo a Gaza. Patrizia racconta come e quando si decide di partire; le sfide e le implicazioni politiche e simboliche del mettersi in movimento. Marciare significa onorare l’esodo del popolo palestinese, mentre il tema del ritorno entra come principio sancito dal diritto internazionale e come elemento centrale della memoria di un popolo. Questo incontro è declinato alla luce della mobilitazione civile che i nostri tempi stanno osservando – in particolare la prima spedizione verso Gaza. Ogni azione, anche quelle che non vanno a buon fine, non sono da considerarsi sconfitte, ma, al contrario, un precedente possibile, uno sprone a continuare, a fornire segnali di presenza e di connessione con quelle parti di mondo martoriate da decenni. Si tenterà di ricordare il desiderio dei palestinesi di fare ritorno alla propria terra e alla propria casa, un’aspirazione esistenziale e di rivendicazione politica. Insieme a Patrizia parleremo di come il movimento e la narrazione (via podcast) possano restituire visibilità a quel desiderio, tenerlo vivo, trasformarlo in forza di mobilitazione e solidarietà, anche nei casi in cui il ritorno concreto risulta ostacolato o impedito.
Patrizia Dall’Argine, autrice e scrittrice, ha esordito nella musica con il gruppo indie Pecksniff, a cui segue l’album solista _Non piango per le cipolle_.Nel 2016 nel blog _Ad esempio, partire,_ racconta il suo giro del mondo in solitaria, durato un anno.__ Nel 2022 pubblica, per Scatole Parlanti, il suo primo libro, _Carestia Sentimentale – Lettere dal Fronte_ e nel 2024 firma la drammaturgia di _Scheherazade_ al Teatro Nazionale di Praga. Con l’etichetta indipendente Baby Hurricane realizza i podcast _Secondo Cuore_ e _Finché arriveremo a Gaza_ (2025).
## dalle ore 12,00 – Pranzo in piazza! Caldarroste + DJ Berto, a cura di ProLoco di Berceto. A seguire, torta fritta e salumi + primi, a cura di Pian di Bilù e Taverna San Modeanno
## ore 15,00 – Daniela Salvucci – Mobilità andine. Pastorizia, migrazioni e ritorni comunitari nel Nord Ovest dell’Argentina
A partire dalla mia esperienza etnografica nella valle Calchaquí e nell’altopiano andino tra le provincie di Salta e Catamarca, nel Nord Ovest dell’Argentina, metterò a fuoco le forme di mobilità dei gruppi domestici e degli individui in questa zona di montagna. I circuiti e le traiettorie di andata e ritorno, tra diverse residenze sull’altopiano, tra altopiano e valle, tra area rurale e città, si legano alle pratiche della pastorizia (principalmente di camelidi, ovini e caprini), alla produzione e messa in circolazione di beni e manufatti, ai percorsi rituali, alle strategie migratorie e lavorative, ma anche ai processi di “ritorno” etnico e comunitario degli ultimi decenni.
Daniela Salvucci, antropologa socioculturale della Libera Università di Bolzano, lavora sulle culture delle aree di montagna andine e alpine e sulla storia della famiglia Malinowski in Alto Adige. I suoi principali campi di ricerca etnografica e d’archivio sono le interconnessioni tra genere, famiglia e parentela (relatedness), la relazionalità ambientale e rituale, la storia dell’antropologia.
## ore 16,30 – Bruno Riccio – Esplorare le migrazioni di ritorno
In passato il ritorno in patria dei migranti era considerato come un mito, un desiderio difficile da realizzare o visto con sospetto come segno di scarsa integrazione. Che fosse solo un’idea o un progetto concreto, tornare significava mantenere un legame affettivo e identitario con la comunità d’origine, un aspetto che spesso veniva guardato con diffidenza. Oggigiorno, attraverso drastici cambiamenti dei “regimi di mobilità”, si è entrati nella “Departheid” e assistiamo sempre più al convergere delle politiche migratorie verso le espulsioni, i respingimenti e le politiche di ritorno “volontario” assistito, la cui “volontarietà” rimane tutta da indagare. Si è passati da uno sguardo assimilazionista scettico al ritorno come possibile risorsa di sviluppo, fino ad arrivare negli ultimi anni a misure sempre più forzate e intermittenti tentativi di reintegrazione. Il ritorno non è mai un’esperienza solo individuale: coinvolge famiglie e comunità, sia nel paese d’origine che in quello di immigrazione. Per questo è importante osservare come legami familiari, lavoro e mobilità si intreccino e come migranti, richiedenti asilo e rifugiati costruiscano nuovi percorsi in uno scenario incerto. L’intervento vuole mostrare la diversità delle esperienze di ritorno: non tutti partono dalle stesse condizioni o con le stesse risorse. C’è chi rientra preparato, chi è costretto, chi cerca di reinventarsi. In questo senso, il ritorno non è una fine, ma uno dei tanti passaggi di un movimento che continua.
Bruno Riccio è Professore di Antropologia culturale e responsabile scientifico del centro di ricerca MODI (Mobilità Diversità Inclusione sociale) presso l’Università di Bologna dove insegna Antropologia dei processi migratori e Antropologia ed etnografia dei servizi socioeducativi. Ha svolto ricerche etnografiche in Senegal, Cambogia e Italia. Autore di numerosi studi e ricerche sulle migrazioni, il transnazionalismo, il razzismo, il turismo, la cittadinanza, le mobilità, il multiculturalismo, il co-sviluppo, le politiche di accoglienza e inclusione
## ore 18,00 – Aperitif con Dj Maverik
## dalle ore 20,00 – Cena in piazza! Torta fritta e salumi + primi, a cura di Pian di Bilù e Taverna San Moderanno
## ore 21,00 – Bando canta Vasco, a seguire Pare’, Caronte, Armani infine Casaccia Story con Dj Giove + Dj Power
* * *
# **DOMENICA 26 OTTOBRE – presso Museo Pier Maria Rossi**
## ore 10,00 – Andrea Minuti – Il cuore della montagna. In cammino nelle Apuane
Un viandante in cammino nelle Apuane, in Garfagnana, racconta i luoghi che attraversa: i boschi che da sempre nutrono e riparano, i borghi quasi del tutto abbandonati, cave, rupi, un antico eremo… e qui si imbatte in un’antica storia. Nella notte tra il 6 e il 7 gennaio del 1598, un violento terremoto scuote il monastero di San Giorgio; al diradarsi della polvere, una nuova, oscura montagna si erge inattesa. Un giovane monaco, abile disegnatore, viene incaricato di scendere a valle per ritrarre questa misteriosa apparizione, nella speranza di comprenderne la natura. Tra racconto di viaggio, diario etnografico e parabola ecologica, il libro che dà il titolo all’incontro offre una riflessione sulla bellezza del cammino, ma anche sulla fragilità ambientale e sociale delle aree interne. Emergono temi cruciali come l’abbandono, il rischio sismico, le conseguenze dello sfruttamento delle risorse naturali, invitando il lettore a meditare sul delicato equilibrio tra uomo e montagna, tra passato e presente. La montagna nera, sorta improvvisamente dalle viscere della terra, diviene così una metafora delle vulnerabilità che minacciano questi territori.
Anno 1989, Andrea si laurea in Teatro allo IUAV di Venezia, specializzandosi in Etnologia e antropologia sociale all’EHESS di Parigi. Scrive racconti e novelle che affrontano diverse tematiche: le tradizioni popolari, il rapporto tra l’uomo e l’ambiente, l’ecologia, la montagna, utilizzando uno sguardo antropologico. Ha ricevuto riconoscimenti in alcuni premi letterari (Premio Il Pane e le Rose, Premio Città di Rosignano, Premio Europa e Giovani). Nel maggio 2025, pubblica il suo primo libro, _Il cuore della montagna-In cammino nelle Apuane_ (Kellermann Editore). Vive e lavora a Parigi.
## ore 11,30 – Francesco Vietti – Mir. Dialoghi sulla pace al confine della guerra in Ucraina
A partire dalle ricerche etnografiche condotte negli ultimi tre anni in Moldavia, Francesco Vietti ci accompagna a incontrare i giovani attivisti che dal 2022 si sono impegnati nell’accoglienza dei rifugiati ucraini, trasformando l’emergenza umanitaria in un’occasione per riflettere sul significato della pace, sulla pratica della democrazia e sul futuro del proprio paese. Voci e sguardi che invitano tutti noi a compiere la medesima riflessione, in un momento in cui i discorsi su guerra e riarmo pervadono il dibattito pubblico in Italia e in Europa.
Francesco Vietti è antropologo presso l’Università di Torino. I suoi interessi di ricerca riguardano principalmente le migrazioni e le altre forme di mobilità nel mondo contemporaneo. Svolge attività di ricerca in Europa orientale e nel Mediterraneo e si occupa di progetti di antropologia pubblica e applicata. Tra le sue ultime pubblicazioni il saggio “Unexpected Encounters. Migrants and Tourists in the Mediterranean” (Berghann Books 2024) e il romanzo “Semuren” (Castelvecchi 2024).
## ore 12,00 – Aperitif Dj Mirko + Dj Gabo
## dalle ore 12,30 – Pranzo in Piazza! A cura della Taverna San Moderanno e poi castagne e liscio con ProLoco Becreto e Dj Berto
## ore 15,00 – Selma Mahlknecht – All intrusive. Le montagne tra abbandono e invasione
Le montagne godono di una popolarità crescente, sia come meta turistica che come luogo ambito per seconde case. Sempre più persone scoprono le montagne come rifugio, luogo di relax o per attività sportive. Per molte regioni montane questo boom è ambivalente. Può garantire la loro sopravvivenza, ma anche minacciarla. Nel suo intervento Selma Mahlknecht, partendo dal concetto greco dell’oikos, parla delle opportunità e dei pericoli dell’odierna passione per la montagna e di nuove visioni per uno sviluppo sostenibile nella regione alpina.
Selma Mahlknecht è un’autrice italiana di madrelingua tedesca originaria di Plaus (BZ). Scrive teatro, belletristica e saggi. Dei suoi libri è stato tradotto in italiano il saggio letterario All intrusive (Edizione Alphabeta 2024). Quest’opera, che ha ricevuto segnalazioni al Premio Mario Rigoni Stern 2021 e al Premio Letterario Gambrinus Mazzotti 2025, esplora il turismo in montagna tra nostalgie e disillusioni. Per il suo attuale lavoro a un nuovo libro analizza il PNRR Borghi partendo dalla domanda quali siano i presupposti e le strategie di resilienza delle zone periferiche in pericolo di abbandono. Il suo intervento aggancerà proprio a questi temi, mettendo al centro il concetto dell’oikos della Grecia antica.
# **Presso Museo Jasoni, frazione Corchia di Berceto**
## ore 17,00 – Visita guidata alla mostra dei dipinti inediti di Martino Jasoni
Martino Jasoni (1901–1957), artista appartato e poco conosciuto ma di grande sensibilità e forza espressiva, fa ancora parlare di sé grazie ad una mostra che si aperta il 5 luglio e chiuderà a fine ottobre. La mostra nasce nell’ambito del progetto ROOTS, realizzato dal Comune di Berceto e sostenuto dall’Assemblea Legislativa Consulta Emiliano Romagnoli nel mondo. Affronta il tema della migrazione di ritorno attraverso la biografia di Martino, partito a soli 6 anni per New York insieme alla famiglia. Nella metropoli americana studia e coltiva la passione per la pittura, fino a maturare il sogno di diventare artista. Dopo 17 anni, Jasoni fa ritorno nel suo paese natale, Corchia, portando con sé non solo tecniche e ispirazioni, ma anche un vissuto complesso fatto di trasformazioni interiori. Attraverso dipinti, disegni, scritti e diari, il percorso espositivo offre uno sguardo intimo sull’esperienza dell’emigrazione e del ritorno. Non si tratta solo di un movimento geografico, ma di un vero e proprio viaggio esistenziale, dove identità e memoria si confrontano e si ricompongono. La narrazione si fa universale: la vicenda personale di Martino Jasoni riflette quella di molti migranti, tra partenze forzate, speranze, nuove radici e rientri inattesi. Un’esperienza che unisce arte e storia, e che invita a riflettere sul valore del ritorno come processo umano e collettivo. A guidarci nel museo di Corchia troveremo Lucia Medici, dottoranda in antropologia dell’Università di Parma.
## ore 18,00 – Muram Jam Session con arrosticini della Taverna San Moderanno
* * *
## MOSTRE FOTOGRAFICHE
## L’Alta Via dei Giovani. Nuovi sguardi e nuove voci d’Appennino. Un viaggio tra immagini, suoni e parole. Un racconto dell’Appennino con gli occhi e le voci di giovani avventurieri
L’Alta Via dei Giovani è una mostra fotografica itinerante che nasce dall’omonimo progetto: un’esperienza collettiva e creativa che ha coinvolto tre gruppi di adolescenti in un progetto educativo innovativo sui territori appenninici emiliano-romagnoli. I giovani protagonisti hanno camminato tra i territori osservando e ascoltando come esploratori e documentatori, dando forma a un racconto corale dell’Appennino. Fotografie, video, testi, disegni e podcast compongono un mosaico autentico, in cui si intrecciano storie personali, emozioni condivise e riflessioni intergenerazionali, un ponte tra passato e futuro in grado di valorizzare la creatività e la sensibilità dei giovani protagonisti. Progettata per spostarsi tra festival e spazi culturali, l’Alta Via dei Giovani non è solo una mostra: è un invito a rallentare, osservare, ascoltare e costruire, insieme, un nuovo modo di abitare e raccontare i territori appenninici.
## Mostra dei mostri. La replica
Torna la Mostra dei mostri, questa volta a tema ritorno. Chiamata a raccolta degli artisti locali: due sale del Museo Pier Maria Rossi saranno messe a disposizione degli artisti per esporre le loro opere. Qui sotto le modalità di partecipazione
Mi piace Caricamento...